"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5 ottobre 2003

 

 


Interviste impossibili  di Giorgio Manganelli

 

 

2.  Morti parlanti


“Che il comunicare coi morti sia impresa difficile a pensare, paurosa quando pensata, temeraria a intraprendere, spaventevole intrapresa, e in ogni modo angosciosa…”
(G. MANGANELLI, Sulla difficoltà di comunicare coi morti).

Anche se è già strano che occorra confessarlo ormai così, come un gioco un po’ turpe, un commercio complice tra clandestini morbosi, è un fatto che abbiamo sempre parlato coi morti. 

Non si sente? Nella Terra di Nessuno della reciproca perplessità, il viavai è sempre intenso. I sacerdoti del traffico intermondano (vittime di vocazioni ardue, problematiche come follie) patiscono il loro per sfoltire siepi d’interferenze, assottigliare il caos cacofonico delle voci, irreggimentare per canali calmi la piena dei sussurri… Tutt’un parlarsi, insomma, tra il di Qua e il di Là: come se mai si avesse avuto tempo in vita per lasciarsi qualche briciola essenziale.

Manganelli, enciclopedia palpitante di Galatei, sa che la bisbigliosa ciàcola col Morto è concessa sempre e solo per procedure allo stesso tempo caute e indefinibili. Sa che i varchi e i canali tra il nostro labirinto e il loro, per quanto possano aprirsi a sorpresa, permettono l’accesso solo grazie a ritualità perfino regali: il dialogo richiede reciproca prudenza: un rispetto forse impossibile degli spazi, dei tempi, degli scopi. Alla fine tutto sarà costellato da impalpabili errori.


 

torna a  

 

                 torna su