"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5, ottobre 2003

 

 

Interviste impossibili  di Giorgio Manganelli - Figure  


                                       


 

Manganelli iperteologo

“Sono tentato dalla teologia. 

O forse la teologia è la matrice delle storie? 

Non è impossibile.”

(G. MANGANELLI, Encomio del tiranno).

La differenza tra un Meister Eckhart e Manganelli è che il primo crede che ciò che entrambi chiamano Nulla sia Dio. Tutto il resto della mistica  – sentimento del sacro, ritualità, devozione, attenzione alle allegorie, ecc. –, e cioè l’essenziale, coincide. Coincide il senso pregnante e vertiginoso del concetto del Nulla.

Come il teologo, il letterato ha “un modo altamente specifico di non sapere”; “non lavora secondo estro e fantasia, ma secondo obbedienza: cerca di capire cosa vuole da lui il linguaggio…” (G. MANGANELLI, La letteratura come menzogna): concetti che sarebbero piaciuti a Simone Weil come a Heidegger.La differenza tra un Meister Eckhart e Manganelli è che il primo crede che ciò che entrambi chiamano Nulla sia Dio. Tutto il resto della mistica  – sentimento del sacro, ritualità, devozione, attenzione alle allegorie, ecc. –, e cioè l’essenziale, coincide. Coincide il senso pregnante e vertiginoso del concetto del Nulla.

La prima citazione dal suo libro d’esordio, la seconda da un testo postumo:

“Intendo come segue: che Dio sia morto ab aeterno, ed eterna sia la condizione di irradiamento dei granuli dogliosi, e pertanto tutto sia, da sempre, immerso in codesta morte. Forse anche: la massa corposa delle cose, il tangibile universale, sintattico, renitente e diverso, altro non sia che detta granuleria versata e rappresa in formelle, e in queste concotta ad effimera consistenza, e intima in anilina di anima e retorica (secondo le leggi consentono).”(Hilarotragoedia)

“…la semplice menzione del divino trasforma il resto nel puro e semplice nulla. Ma forse, se si fosse potuto tenere a bada il divino, si sarebbe evitato il trionfo del nulla? Tenere a bada il divino: che significa?” (Presepio).

torna su


 

         

 torna a