Ernst
Bernhard (1896-1965), ebreo berlinese. Dopo due soggiorni a Zurigo per
lavorare con Jung e un breve ritorno a Berlino, scappa in Italia nel 1935
per sfuggire alle persecuzioni razziali. Dal 1936 è a Roma. Tra il 1940 e
il 1941, è internato (il nostro Presidente del Consiglio direbbe che è
stato mandato “in vacanza”) in un campo in Calabria. Nel dopoguerra,
maestro dell’analisi junghiana in Italia, avrà, tra i suoi pazienti,
Manganelli, la Ginzburg, Fellini.
Non amava scrivere in modo
sistematico: i suoi appunti sono stati raccolti postumi da Adelphi in un
volume intitolato Mitobiografia).
Manganelli incontra Bernhard nel
1957. Dal 1959 inizia una vera e propria terapia: tre incontri settimanali
fino alla morte del terapeuta, in via Gregoriana: vista su piazza di Spagna.
Di ogni seduta Manganelli scriveva un resoconto; lo stesso faceva coi sogni.
(Su
Bernhard, leggi “Ernst Bernhard: “comunicazione personale”,
in
G. MANGANELLI, Il vescovo e il ciarlatano, Quiritta 2001).
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