“…Perché in realtà era
gentilissimo. Non voglio offenderlo parlando di bontà, ma vorrei ricordare
che al cinema vedeva soprattutto cartoni animati, anche cinque o sei volte
il medesimo.
Questo era l’aspetto più
singolare di Manganelli: la sua intelligenza lo aveva preceduto, io credo da
lasciarlo senza fiato. Era un uomo in bilico sulla propria intelligenza
comica, o hilarotragica. Dietro di essa, su una corda alta e sottile,
arrancava un uomo di umanità quasi dostoevskiana (mi disse un giorno che
era stato benedetto da una figlia singolarmente dostoevskiana; avrà preso
da lui): goffo, impacciato, di polpa morbidissima, stretto (diceva, citando
i padri del deserto) al palo del suo inferno.”
(Ginevra BOMPIANI, “Scrivere
è una cosa ignobile, l’importante è scribacchiare”, in Le
foglie messaggere, a cura di V. Papetti, Editori Riuniti).
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