Maria Corti conobbe Manganelli
nel 1947: l’anno prima si era sposato con la poetessa Fausta Chiaruttini.
Avevano avuto subito la figlia Lietta. Insegnava inglese in un liceo
femminile, la prima traduzione fu Fiducia di Henry James. Dal 1949
collaborò alla “Fiera Letteraria”, ed era innamorato di Alda Merini:
“Aveva una moglie e una bimba,
ma già le prime bufere esistenziali lo avevano reso inquieto e solitario.
In effetti egli stava vivendo in quegli anni l’Hilatragoedia che
darà alle stampe tanto tempo dopo, nel 1964. il vistoso ossimoro del titolo
connota la sua vicenda degli anni 1947-49, oscillante tra un amore assoluto,
caparbio e il sospetto della follia incombente sulla giovane poetessa amata.
Fu allora che scopersi, durante le visite sentimentali che mi faceva la
strana coppia degna di un dramma antico, la complessità della natura di
Manganelli, che affiancava a sublimi raptus intellettuali una
profonda, rara e squisita umanità. Con essa egli cercava di salvare la
ragazza, di affidarla in mani sicure, ma la paurosa immensità degli abissi
della follia cominciava a dare i suoi segni esteriori. Un giorno egli
scomparve in lambretta, diretto a Roma.”
(M. CORTI, Un
manierista in lambretta, “La Repubblica”, 29 maggio 1990).
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