"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003


 

"L'Amore" di Stendhal:

 

4. Vantaggi dello scrivere di corsa

 

 

 

Dov’ero rimasto? Mio Dio, com’è scritto male, tutto questo!”

 

Così nei “Ricordi di egotismo”. E’ la conseguenza di un metodo deliberatamente perseguito: “Per sforzarmi di non mentire e di non nascondere i miei errori, mi sono imposto di scrivere questi ricordi venti pagine per volta, come una lettera. Dopo la mia dipartita si darà alle stampe dal manoscritto originale. Forse conquisterò così la veridicità, ma bisognerà anche che io  supplichi il lettore (nato probabilmente questa mattina nella casa accanto) di scusare le mie terribili digressioni.”

La “verità” è dunque qualcosa che, se sbuca fuori, è quasi involontariamente, per effetto di una scrittura talmente veloce da essere “quasi automatica” (G. Macchia). La corsa della penna sulla pagina non dà il tempo alle censure della vanità e del moralismo, del buon gusto e dello “stile”, di scattare e trasformare tutto in pura e leccata “letteratura”.

“Se si ha da dire una cosa, la si dice e basta!”, scriveva spesso Cioran, altro eroico nemico dello “stile”: Stendhal avrebbe sottoscritto.

 

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