"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal - Figure "Le Donne"

Angela Pietragrua (secondo tempo)


Correggio: "Venere, Cupido e Satiro"

L'Amore torna sempre sul luogo del delitto  

Quando Stendhal tornò a Milano, sopravvissuto alla campagna di Russia, è il 7 settembre del 1813. Anche questa volta corse da lei. Fu la migliore medicina. Tra i due c’era tutto un sistema di segni (finestra chiusa, semichiusa, con un panno, con due tovaglioli…) che permetteva a Stendhal di capire come dove e quando avrebbe potuto incontrare l’amata. Quando potrà stare con lei, sarà ricambiato – leggi il Diario – da “ore deliziose, dolce tenerezza, forse le più deliziose di questo viaggio.”

Anche il giorno di Waterloo, invece che sul campo di battaglia – ha già dato! – è tra le sue braccia. Quella delizia rubata al dovere, non gli impedì di esserne il più geniale narratore nelle prime pagine de “La Certosa di Parma”.

 

Ma Angela era stanca, e anche imbarazzata da questo francese che a Milano molti conoscono, superstite di un regime ormai in disgrazia. Usò allora la gelosia del marito come schermo, trucco buono anche per tenere contemporaneamente in gioco diversi amanti. 

Anche se poi gli scappò di definirla una puttana esperta, nei ricordi della Vita di Henry Brulard” Angela svetta: “Come fare un racconto un pochino ragionevole di tante follie? Di dove cominciare? Come rendere tutto ciò comprensibile? E già dimentico l’ortografia, come mi capita nei grandi impeti di passione, e tuttavia si tratta di cose successe trentasei anni fa… Se mi riduco a forme ragionevoli, sarei troppo ingiusto verso ciò che voglio narrare.” 

 

Una versione colorita della rottura definitiva tra i due (15 ottobre 1814) l’ha lasciata l’amico Prosper Mérimée nel libricino “H.B.”.

Stendhal sarebbe stato accompagnato da una cameriera della Pietragrua a spiarne da un buco di serratura gli amplessi con un nuovo amante. Ma forse non è vero niente. Se si leggono le lettere che la Pietragrua ha scritto a Stendhal, viene fuori sempre la stessa cosa: la decisione calma e definitiva di chiudere la faccenda.

Finì così per volontà di lei una storia che attraversò 15 anni. Stendhal si ricordò della sua “Lady Simonetta” soprattutto per disegnare il portamento regale e l’animo profondo, pieno di grazia, eleganza e tenerezza, della duchessa Sanseverina de “La Certosa di Parma”.

 

torna su

 

 torna a