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settembre 1811: torna a Milano, “pieno di delizia”. Trova il
coraggio di ripresentarsi alla donna che undici anni prima lo aveva
respinto. E’, “alta e magnifica”, Angela Pietragrua
Stendhal,
che come si sa scriveva dappertutto, annotò sulle sue bretelle il
giorno il mese l’anno e l’ora in cui finalmente la bella Angela
divenne la sua amante: per chi ci tenga, erano le 11 e mezza del 21
settembre del 1811.
Pochi
giorni prima lei gli aveva rifiutato un bacio sulla coscia: “Cosa
ci impedirà di andare oltre?”, disse subito quella sapiente.
Nel
diario la chiama sempre “Lady Simonetta”. - Quando inizia, a
dicembre, la sua “Storia della pittura”, lo fa dopo aver scritto
in alto nel primo foglio del quaderno, una grande dedica “To Milady
Angela G.”.
Ecco
gli occhi della passione cosa sono capaci di vedere:
“Senza
dubbio la donna più bella che io abbia avuto, e forse anche che io
abbia visto (…). Faceva pensare ad un essere superiore che avesse
preso la bellezza perché questo travestimento gli si addiceva meglio
di un altro, e che, con i suoi occhi penetranti, vi leggesse in fondo
all’anima. Era il volto di una sublime sibilla.”
Come
si vede, almeno per una volta, il celebre stile secco e spoglio, si
sfalda per via. Del resto Stendhal ha sempre sostenuto che grammatica,
stile, e felicità non vanno mai d’accordo.