"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal - Figure "Le Donne"

Clémentine


 

"Una vittoria folgorante"

ma in Amore mai sedersi sugli allori

Quando si innamorò di Stendhal, Clémentine era sulla soglia dei trent'anni. Era sposata al generale Curial, uomo dal pessimo carattere e per giunta libertino. - Lei era una donna dagli “occhi pieni di candore”, ma in realtà appassionata, impulsiva, capricciosa. Lui la chiamò “Menti”.

Stendhal si manteneva sconsolantemente a distanza: eppure l’eros era acceso da tempo, per l’esattezza da dieci anni, quando, un mattino le aveva visto i piedi nudi. Stanca di aspettare un'iniziativa che non arrivava, Menti si lanciò lei in una dichiarazione in piena regola: era il 22 maggio 1824. Lui definì la cosa  “una vittoria folgorante”.  

Il rapporto tra i due durò un paio d'anni, tra alti e bassi, tempeste, gelosie  e un mare di lettere: finalmente Henri aveva incontrato una grafomane degna di lui. Purtroppo ne sono rimaste pochissime. Pare che la maggior parte della corrispondenza  fosse stata distrutta dai parenti dello scrittore, alla sua morte,  per evitare di divulgare contenuti licenziosi.  

Fu infatti una relazione tempestosa e sensuale. Menti, che allora aveva una figlia di dodici anni, fu capace di tenere per giorni Stendhal nascosto nella sua cantina: appena poteva, gli portava da mangiare e ci faceva l’amore. 

Lei gli scrive:  

“Vorrei passare dei mesi interi con te e vorrei che non mi fosse possibile accordarti niente; soltanto allora mi crederei veramente molto amata. In quanto ai tours de force di un certo genere, io ne approfitto, ma non li stimo affatto…” 

 Menti lascerà Stendhal, nel 1827 per un capitano dello Stato Maggiore del marito. 

Dieci anni dopo, Stendhal provò a riallacciare la relazione, e lei, drastica forse come sempre, gli scrisse che “Non si poteva riaccendere il fuoco con le ceneri”. 

 

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