«Come nel testo di
Belleforest, l’Amleto dei
primi quattro atti di Shakespeare è un giovane di circa vent’anni, uno
studente dell’università di Wittenberg, dove desidera tornare e dove
tra i suoi amici vi sono il nobile Orazio e gli sventurati Rosencrantz
e Guildenstern. Laerte, che appartiene alla medesima generazione,
desidera forse tornare all’università di Parigi. Dopo non più di
qualche settimana, l’Amleto dell’atto V ha tuttavia trent’anni
(secondo quanto dice il becchino) e sembra avere almeno la stessa età
del trentasettenne Shakespeare. Tornato al vecchio dramma, l’autore
partì forse da un Amleto ancora minorenne (come quello di Belleforest
e dell’Ur-Hamlet shakespeariano), ma può darsi che il
processo di revisione abbia prodotto l’Amleto maturo dell’atto V.
Affezionato, in certa misura, al personaggio della versione
precedente, il drammaturgo non risolve la contraddizione. Quando
chiamò il figlio Hamnet, Shakespeare aveva solo ventun’anni, e non ne
aveva più di venticinque quando scrisse il suo Ur-Hamlet.
Voleva entrambe le cose: rimanere aggrappato alla visione giovanile di
Amleto e mostrare un Amleto ormai maturo.»
(H. Bloom, Shakespeare,
Milano 2003)