«Il primo cronista del principe di
Danimarca fu Saxo Grammaticus,
autore dell’opera latina Gesta danarum, scritta nel
XII secolo e disponibile in un’edizione parigina a partire dal
1514. Forse Shakespeare non lesse il testo, ma di certo cominciò
dalle Histories Tragiques del francese
Belleforest, il cui quinto volume (1570) conteneva la
storia di Amleto, elaborata a partire dalla narrazione di Saxo. Dopo
aver ucciso il re di Norvegia durante un duello, l’eroico Horwendil
conquista Gerutha, la figlia del re di Danimarca, che dà alla luce
Amleth. Fengon, il fratello invidioso di Horwendil, uccide
quest’ultimo e, con un matrimonio incestuoso, sposa Gerutha. Per
salvarsi la vita, Amleth finge di impazzire, resiste a una donna
incaricata di tentarlo, pugnala un amico di Fengon nascosto nella
camera da letto di Gerutha, rimprovera la madre fino a indurla a
pentirsi e viene mandato da Fengon in Inghilterra per essere
giustiziato. Durante il viaggio, Amleth altera la lettera di Fengon,
mandando così a morte i due servitori che lo scortano. Tornato a casa,
ammazza Fengon con la sua stessa spada e viene salutato come re dal
popolo danese.»
(H. Bloom, Shakespeare,
Milano 2003)