"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 

 

10. Lo Spettro del futuro

 

 

 

 


 

Horatio: «The apparition cames»

(Amleto, Atto I, sc. 2)

 

«Che i fantasmi vengano a noi dal futuro?

Risponda, la scongiuro.»

(G. Manganelli, Un amore impossibile, in Agli dèi ulteriori, Torino 1972)

 

 

«La centralità dell’incontro di Amleto con il fantasma in rapporto all’interpretazione del testo è confermato dalla sintomatica evoluzione della figura del fantasma nel tempo e dalla difficoltà odierna per i registi a rappresentarla. Se il fantasma era per la Restaurazione e il Settecento essenzialmente segno di orrore e terrore, con possibili implicazioni diaboliche come suggerito dal testo (cfr. E. Prosser, Hamlet and Revenge, 1967), dalla fine del Settecento diviene invece immagine di onore e dignità, di fronte alla quale inginocchiarsi reverenti, come nell’interpretazione di John Philip Kemble, laddove Betterton e Garrick avevano mostrato spavento e angosciosi dubbi. Nel 1824, nota Tieck, in Germania come a Londra il fantasma parlava da “freddo conferenziere”, stabilendo una tradizione che in parte tuttora perdura, con sottinteso avvaloramento dell’ordine di vendetta e della necessità di obbedirlo, e cancellazione di ogni elemento testuale contraddittorio (…). Oggi le scelte di regia per il fantasma, molto diverse tra loro, costituiscono uno degli elementi nodali dell’interpretazione.» 

 

(G. Restivo, Percorsi della critica su Amleto, in Tradurre/Interpretare “Amleto”, Bologna 2002).


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