«In certe opere si trovano monologhi molto lunghi, come quello di
Amleto, ma anche in questo caso essi preannunciano in un certo senso
l’azione: non sono il corrispettivo dell’aria in un’opera lirica.»
(N. Frye, Shakespeare, Torino 1990)
«Recitare a
nessuno (e comunque mai rivolti al partner di turno).
Come pazzi,
appunto.»
(C. Bene,
Opere, Milano 2002)
«Altre volte il Cavaliere si
precipitava infervoratissimo in scena e attaccava d’impeto, tale e
quale un pugile deciso a chiudere il match prima del limite, teschio
alla mano: “Essere o non essere…” – dissuaso a gran voce dalle quinte.
Frastornato dal brusio, distratto,
s’inceppava per poi riprendere sempre più accanito: “…morire, dormire,
nulla…” E gli stessi cherubini che si premuravano di zittirlo, adesso
addirittura in scena, lo cingevano con dolcissima troppo umana camicia
di forza per ricondurlo fuori scena, alla realtà dell’intervallo. Era
forse impazzito il Cavaliere? Niente affatto, gli è che il sipario non
s’era ancora aperto. Non se n’era avveduto il Cavaliere, tutto qui.»
(C. Bene, Opere, Milano
2002)