"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007                                         


n. 12 °*° William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 


 

 

34. Orson Welles

 

 

 

 


«Poco prima di venire ucciso, il principe di Danimarca ha visitato l’Inghilterra. Supponiamo che ci sia rimasto, e abbia evitato fantasmi e tombe (che comunque non gli piacevano) e sia vissuto fino a diventare vecchio e grasso… Avrà cambiato nome?…

I grandi uomini di Shakespeare, nei loro più grandi momenti, sono travolti da una profonda, appassionata repulsione per la malvagità del mondo. Tutti eccetto Amleto. Esiliato dalla tragedia, conduce una vita peccaminosa in quel di Londra, e ride in faccia al mondo una risata che è la più grande della nostra lingua. Solo una volta lo cogliamo senza uno scherzo sulle labbra: "Sono vecchio", dice John Falstaff di Elsinore. "…Sono vecchio".

La vita allegra sta per trasformarsi nella sua morte. Si è rovinato, ma si è divertito. Amleto o Falstaff – chiamatelo a piacer vostro – per i suoi peccati ha un solo rimorso, non averne commessi di più.

Shakespeare, un tipo socievole che amava scherzare coi ragazzi all’Osteria della Sirena, certo desiderava che Amleto passasse a bere un bicchiere con lui, dopo lo spettacolo. Secondo me Falstaff è Amleto – un Amleto vecchio e incanaglito – che si beve quel bicchiere in compagnia…»

 

(Orson Welles, Orson Welles Almanac, "New York Post", 6 febbraio 1945)


 

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