"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007                                       


 

 n. 12 °*° William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 


 

 

14. James Joyce

 

 

 

 


 

 

- Il dramma ha inizio. Un attore spunta nell'ombra, ravvolto nella cotta smessa di un damerino di corte, un uomo ben piantato con voce di basso. È lo spettro, il re, re ma non re, e l'attore è Shakespeare che ha studiato l'Amleto per tutti gli anni di sua vita che non furono vanità per recitare proprio la parte del fantasma. Parla a Burbage, il giovane attore che gli sta davanti, al di là delle bende funebri, chiamandolo per nome: Amleto, io sono lo spirito di tuo padre, ordinandogli di ascoltare. A un figlio egli parla, il figlio dell'anima sua, il principe, il giovane Amleto e al figlio del suo corpo, Hamnet Shakespeare, che è morto a Stratford affinché il suo omonimo potesse vivere per sempre.

 

- È possibile che quell'attore Shakespeare, spettro per assenza, e in veste del sepolto signore di Danimarca, spettro per morte, che diceva le sue parole al nome del proprio figlio (se Hamnet Shakespeare fosse vissuto sarebbe stato il gemello del principe Amleto) è possibile, vorrei sapere, o probabile che egli non traesse o prevedesse la conclusione logica di quelle premesse: tu sei il figlio spodestato: io sono il padre assassinato: tua madre è la regina colpevole. Ann Shakespeare, nata Hathaway?

 

(J. JOYCE, Ulysses, traduzione italiana di Giulio de Angelis, Ulisse, Mondadori, Milano 1960, p. 205)

 

La voce: lettura di Giulio Morgan

 

*°*

 

(Harold Bloom, in Shakespeare. L’invenzione dell’uomo (Milano 2001), non condivide le idee di Stephen Dedalus: «Amleto è tuttavia il figlio ideale di Shakespeare, come Hal lo è di Falstaff. Questa affermazione non è mia: appartiene a James Joyce, che fu il primo a identificare Amleto il danese con Hamnet, l'unico figlio maschio di Shakespeare, morto nel 1596, all'età di undici anni, quattro o cinque anni prima della versione definitiva di Amleto, principe di Danimarca, in cui il padre di Hamnet Shakespeare interpretò la parte del fantasma del padre di Amleto. (…) Il figlio e il padre di Shakespeare erano morti entrambi quando fu composto l'Amleto maturo, ma il dramma non mi sembra ossessionato dall'idea della mortalità più di quanto lo siano le opere precedenti o successive. Amleto non sembra nemmeno interessato alla morte più di molti altri protagonisti shakespeariani; le sue sono, come osserva alla fine Orazio, uccisioni dovute al caso”.»

 

 

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