"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003 |
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Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart - Figure
Jan Piotr Norbil, Mercto di Praga, 1791
11. Praga magica
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Piaciucchiato a Vienna, Figaro fu adorato a Praga. Mozart era lì a dirigerla nel 1787 per più di quaranta giorni (da metà gennaio a fine febbraio): “Guardavo con piacere come la gente avesse trasformato tutta la musica del mio Figaro in controdamze e allemande ballando così intimamente soddisfatti, perché qui non si parla che del Figaro, non si suona, non si canta, non si fischietta altro che il Figaro, non si va all’opera se non per vedere il Figaro, sempre nient’altro che il Figaro: certo un grande onore per me!” (Lettera all’amico von Jacquin). Successo chiama successo: gli impresari Bondini e Guardasoni. Subito gli chiedono un’opera nuova: che sia pronta già in ottobre! Contratto: 100 ducati per lui, 50 per il librettista. Niente di eccezionale: prezzi di mercato. Mozart vuole di nuovo Da Ponte. Orgoglioso Da Ponte, che da vecchio ricordò:
“Perché Mozart rifiutò di mettere in musica il Don Giovanni (di mala memoria) scritto da Bertati e consegnato a lui da un tal Guardasoni, direttore del teatro italiano di Praga? Perché invece insistette a far scrivere un libretto sullo stesso argomento proprio da Da Ponte, e non un altro commediografo? Devo spiegare il perché?” (An Extract, trad. di A. Lanapoppi).
*°*
Sempre Da Ponte ci racconta di quanto Mozart almeno a Praga non smise mai di essere famoso. Lo constatò di persona nel 1792. Dopo il licenziamento a Vienna, Da Ponte era sceso a Trieste, dove aveva trovato la donna che avrebbe amato per il resto della sua lunga vita. Partirono “in un calessino tirato da un sol cavallo” per Lubiana e da lì arrivano a Praga: “Arrivato a Praga, mi vi fermai alcuni giorni (…). Ebbi frattanto l’opportunità d’andar a edere la rappresentazione delle tre opere scritte da me per Mozzart, e non è facile dipingere l’entusiasmo de’ boemmi per quella musica. I pezzi, che meno di tutti si ammirano negli altri paesi, si tengono da que’ popoli per cose divine; e quello ch’è più mirabile si è che quelle grandi bellezze, che sol dopo molte e molte rappresentazioni nella musica di quel raro genio dall’altre nazioni scorpironsi, da’ soli boemmi alla prima rappresentazione perfettamente s’intesero.” (Memorie). Mozart era morto da un anno. |
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