"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

 

Per Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart:

 

 


 

 

4. Friedrich Nietzsche

 


Pieno di “dongiovannismi”, naturalmente, Nietzsche. 

E talmente trancianti e definitivi che sarà difficile trovare, dopo di lui, dei dongiovanni che non lo saccheggino, anche se per lo più volgarmente: forse solo il paradossale "Dio e i suoi doni" della Compton-Burnett e l'adorabile Dom Amiche del "Cielo può attendere" di Lubitsch sono indenni dal seduttore ridotto a “superuomo”.

 

Ecco, nella Gaia Scienza, cosa si legge in "Quante cose non son chiamate amore!"

 

 “Poco per volta prendiamo in fastidio ciò che è vecchio, posseduto in tutta sicurezza, e torniamo a tendere di nuovo le mani; perfino il più bel paesaggio dove vivemmo per tre mesi, non è più certo del nostro amore e un qualche lido lontano attira la nostra cupidigia: il possesso viene per lo più diminuito dal possedere. Il piacere di noi stessi vuole mantenersi in vita, trasformando sempre ogni volta in noi stessi qualcosa di nuovo: questo appunto significa possedere. Essere sazi di un possesso vuol dire essere sazi di noi stessi...”

 


 

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