"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4 aprile 2003

 


Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte & W. A. Mozart

Foto di E. J. Bellocq

 

 

2. Da Ponte lubrico e venexiàn...

 


Giovane abate fresco di seminario, Lorenzo da Ponte andò a vivere a Venezia. Mise incinta una donna sposata, Angioletta, con cui a lungo convisse, e quindi fu costretto a fuggire.

Era bravo a giurare.

Quando l’Inquisizione iniziò a occuparsi del giovane abate, una donna spifferò di averlo visto perfino in chiesa procacciarsi “compiacenze” da parte dell’Angiola che gli si sedeva debitamente accanto: “Essendo essa vicino all’amante poneva essa le mani nei bragoni e questi nelle scarselle delle cottole di lei”. 

A sua volta, la cognata dell’Angioletta sempre agli inquisitori raccontò che ella “s’abbatté a vedere che detto prete poneva le mani sotto le cottole di lei e questa ne’ bragoni di lui”.

“Che Dio mi fulmini mentre celebro messa se è vero!”

Se non altro per mero principio aristotelico di autorità, i giudici, tra l’abate e le beghine, dovettero sul momento dar ragione all’abito talare.

“Venezia, a quell’epoca, era un luogo di piacere internazionale, paragonabile alla Montecarlo dei nostri giorni, e bisogna aggiungere che l’abito ecclesiastico, allora, non implicava, neppure a Roma una osservanza rigorosa della morale. Peter Beckford (Familiar letter from Italy, London 1805), scrivendo da Roma una generazione più tardi, affermerà: “per quanto concerne gli abati, essi non sono solo intriganti essi stessi, ma, come dice Falstaff del suo spirito, suscitano l’intrigo negli altri. Essi sanno meravigliosamente far pervenire al destinatario un billet-doux, o presentarvi una ragazza di facili costumi”. (E. J. DENT, Il teatro di Mozart, Rusconi).

 


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