"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003



 

14. Intimità

Nei tipi di amore di poco conto (i figli di vanità, lussuria e capriccio), se il sesso ha importanza, la ha sempre meno: il massimo di passione è nei primi incontri in cui il sesso può essere rovente giusto per l’eccitazione della novità, consumata la quale occorre assolutamente passar a nuova conquista, se non si vuole morire di noia. 

Nell’amore-passione le cose vanno al contrario: il sesso disegna una linea ascendente che trova il suo climax nel raggiungimento dell’intimità, la quale “costituisce non tanto la felicità perfetta, quanto l’ultimo passo per raggiungerlo”: in quello stato di grazia, si raggiunge finalmente la naturalezza, uno di quei tanti doni che non ci si può comandare di avere: 

  

“La naturalezza non verrà mai lodata abbastanza. E’ l’unica civetteria permessa in una cosa seria come l’amore alla Werther, che non si sa dove conduce; e nello stesso tempo, per un caso favorevole all’onestà, è la tattica migliore.” – “Se si raggiunge la piena naturalezza, la felicità dei due arriva a fondersi, il che per la simpatia e per parecchie altre leggi della natura, è semplicemente la più grande felicità che possa esistere.”