Nei
tipi di amore di poco conto (i figli di vanità, lussuria e
capriccio), se il sesso ha importanza, la ha sempre meno: il massimo
di passione è nei primi incontri in cui il sesso può essere rovente
giusto per l’eccitazione della novità, consumata la quale occorre
assolutamente passar a nuova conquista, se non si vuole morire di
noia.
Nell’amore-passione
le cose vanno al contrario: il sesso disegna una linea ascendente che
trova il suo climax nel raggiungimento dell’intimità, la
quale “costituisce non tanto la felicità perfetta, quanto
l’ultimo passo per raggiungerlo”: in quello stato di grazia, si
raggiunge finalmente la naturalezza, uno di quei tanti doni che
non ci si può comandare di avere:
“La
naturalezza non verrà mai lodata abbastanza. E’ l’unica
civetteria permessa in una cosa seria come l’amore alla Werther, che
non si sa dove conduce; e nello stesso tempo, per un caso favorevole
all’onestà, è la tattica migliore.” – “Se si raggiunge la
piena naturalezza, la felicità dei due arriva a fondersi, il che per
la simpatia e per parecchie altre leggi della natura, è semplicemente
la più grande felicità che possa esistere.”