Quando
l'Amore è cieco, fa errori a non finire
Un
errore definitivo Stendhal lo commise quando seppe che Matilde
sarebbe partita per vedere i suoi figli a Volterra. Pensò di
seguirla, e di farsi trovare – che sorpresa! –nella stessa
piccola e meravigliosa cittadina. Ma
la “sua” Matilde è una donna sposata, che ha avuto il coraggio
di separarsi dal marito e di cui dunque si chiacchiera, soprattutto,
Matilde corre sempre il pericolo che, per una condotta ritenuta
appena lontanamente sospettabile di indecenza, le vengano negati i
figli.
Così,
come Matilde lo vide a Volterra, subito si allontanò. Il giorno
dopo gli mandò
un biglietto molto secco: come aveva potuto osare
comprometterla?
Stendhal
fugge sconvolto a Firenze e inizia a scriverle impossibili lettere
riparatrici. Da allora, non poté frequentarne la casa.
Stendhal
lascia definitivamente Milano nel giugno del 1821. Presa la
decisione, si presenta a casa di Matilde:“Quando ritornerete!”
– “Mai, spero”.
Ecco
la quintessenza così come si dà nei “Ricordi
di Egotismo”:
“Lasciai
Milano per Parigi, il … giugno 1821, con una somma di 3500
franchi, credo, considerando come unica felicità quella di farmi
saltare il cervello quando la somma fosse finita. Dopo tre anni
d’intimità, lasciavo una donna che adoravo, che mi amava e che
non si è mai concessa a me. A tanti anni di distanza, ancora mi
interrogo sulle ragioni della sua condotta.”