Era
bella?
Il
volto di Métilde è stato riconosciuto in due miniature che, come
si vede, sono intollerabilmente diverse l’una dall’altra. Poco
in comune: le palpebre pesanti, lo sguardo un po' miope, non
particolarmente vispo, le labbra sottili, il naso forte... Nella
prima, in un disegno per di più mediocre, Métilde ha addirittura
un'aria volpina, nella seconda le orecchie a sventola e
l'espressione rassegnata.
“Bella,
graziosa”, la giudicò
Foscolo, smentito però dal salottiero barone Sigismondo Trechi: “la
Dembowski è gentile, ragiona bene ma ha troppi angoli nelle sue
forme per essere graziosa”.
L’estasiato
Stendhal - come Prevost della sua
Manon
Lescaut
- non tentò mai di descriverla. In "Roma,
Napoli, Firenze" scrive
solo: “Qualcosa di puro, di religioso, di antivolgare, respira in
questi lineamenti”. La riconosceva però in una figura che non
assomiglia ai due presunti ritratti: l’Erodiade
di Bernardino Luini agli Uffizi, che si credeva opera di
Leonardo.
Le
due miniature non sono ritratti di Métilde? Stendhal allucinava –
“cristallizzava”! - un Leonardo in una donna che non le
assomigliava affatto?