All'Amore
non giovano situazioni troppo affollate
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gennaio 1827: “So benissimo, e da un pezzo, che sei vecchio e
brutto… ma ti amo".
A
sussurrare parole così confortanti a Stendhal, in un salotto parigino,
è Giulia
Rinieri de' Rocchi: bella donna di origine senese.
“Brutto
e vecchio” è una discreta sintesi: tra i due ci sono sedici anni di
differenza e Stendhal, che ne ha quasi 45, è sempre più tozzo e
grasso. In quel periodo poi attraversava un'ennesima crisi, forse la
peggiore, a causa dei soliti problemi finanziari e per l'abbandono di Clémentine.
Fu felice di questa nuovo amore.
Giulia
viveva con il suo tutore Daniello Berlinghieri, ministro residente di
Toscana presso il re di Francia. Il termine “tutore” era un
espediente per salvare le apparenze: Daniello era stato “l'amico del
cuore” della madre e alla sua morte, nel 1824, le aveva promesso di
“badare” a lei.
Stendhal,
appena nominato console di Francia,
scrive a Daniello una domanda di matrimonio in cui (cosa
strana…) propone una spartizione della donna: sei mesi con lui e sei
con il “tutore”. La mano di Giulia gli viene educatamente
rifiutata.
Stendhal
è nominato agli Stati Pontifici, lei torna a Siena: i due continuano a
vedersi nonostante tutto e a coltivare un tenero rapporto amoroso, finché
lei, un giorno, gli scrive del suo imminente matrimonio con un suo
cugino, tale Giulio Martini.
Ma
tra Stendhal e Giulia non finì certo lì: