“Là,
su un tavolo di vetro, una rana mezza soffocata e stordita dal terrore e
dalla sofferenza, giaceva crocefissa su un sostegno di sughero; le sue
interiora trasparenti, simili a mica, erano state estratte dal ventre
insanguinato e poste sotto la lente del microscopio.
“Molto
bene”, disse Pérsikov, e accostò l’occhio all’oculare del
microscopio. Qualcosa di molto interessante si poteva evidentemente
osservare nel mesentere della rana. Chiaramente visibili lungo i fiumi
dei vasi sanguigni correvano veloci e vivaci globuli rossi. Pérsikov
dimenticò le sue amebe e per un’ora e mezza rimase inchiodato,
alternandosi con Ivànov, alla lente del microscopio. Durante
quest’operazione i due scienziati si scambiarono parole animate, ma
incomprensibili ai comuni mortali.
Infine
Pérsikov si staccò dal microscopio, dicendo: “Nulla da fare, il
sangue si sta coagulando”.
“La
rana mosse a fatica la testa e nei suoi occhi sempre più spenti erano
chiare queste parole: “Siete delle carogne, questa è la verità.”
(M.
Bulgakov, Le uova fatali)