"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 9, dicembre 2004

 


Cechov, Céline, Bulgakof, Benn: I medicamenta del dottor Scrittura

 

7.  Nazismo

 


 

Benn

 

 

Il dottor Benn smette di essere nazista quando il dottor Céline comincia a farci un pensierino. 

 

Anche se, e tanto più se visti da vicino, ai nazisti non mancava nulla per apparire impresentabili da subito, Benn per un paio d’anni credette con entusiasmo al nazionalsocialismo: “L'eccezionale istinto biologico per il perfezionamento razziale che aleggia su tutto il movimento non consente di perdere di vista un solo momento quest'unico pensiero” (G. BENN, L’Espressionismo, 1933).

 

Ma Benn venne attaccato in quanto artista degenerato (tutti quei cadaveri già nelle poesie di Morgue, e poi Cervelli!, e quell’insistere nella certezza, non solo che non esista alcuna granitica unità dell’Io, ma che proprio la schizofrenia vada accuratamente coltivata!...). - Così, nel 1935, nel “Deustcher Almanach” apparve un articolo violentissimo contro gli espressionisti, ripreso poi da ben 34 giornali filonazisiti: anche se solo per ragioni alfabetiche, il primo nella lista dei degenerati era proprio Benn.

Allo stesso tempo, nonostante le notti dei cristalli e il resto, continuarono a vivere e a lavorare in Germania Heidegger, Planck, Meinecke, Spengler, Jaspers, Schmitt, Richard Strauss, Pfitzner, Hauptmann, Vossler, Adenauer, Furtwaengler, ecc. ecc. ecc.

 

“Dunque”,  scrive Benn, anche dopo la delusione “la situazione non appariva del tutto senza scampo; d’altra parte, non era neppure tale che io mi sentissi di affidare a un contesto simile la mia identità. - Per potermi tirare indietro avevo soltanto una via: l’esercito” (G. BENN, Doppia Vita)

 

Espulso dalla Reichsschrifttumskammer (maggio 1936), vedrà censurati da allora il suo nome e i suoi scritti. Quanto alla medicina, maggiore medico nella Wehrmacht dal 1935 al 1945, gli anni peggiori della guerra, dal 43 alla fine, li passa in una caserma della Germania orientale.

 


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