“Un’opera
d’arte vorrebbe sempre sopravvivere al suo autore. Si potrebbe dire,
parafrasando il filosofo, che scrivere poesia è un modo, anch’esso,
di esercitarsi a morire. Ma, a parte la pura necessità linguistica,
ciò che spinge a scrivere non è tanto una preoccupazione per la
caducità della propria carne quanto l’impulso a salvare certe cose
del proprio mondo – della propria civiltà personale, della propria
continuità non-semantica. L’arte non è un’esistenza migliore, ma
è una esistenza alternativa; non è un tentativo di sfuggire alla
realtà, ma il contrario, un tentativo di animarla. E’ uno spirito
che cerca la carne ma trova parole.”
(Fuga
da Bisanzio)