"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 7 maggio 2004
"Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodsky |
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9. Spazi bradi
Lo spazio “è meno importante e meno prezioso del tempo - non perché sia inferiore, ma perché è una cosa, mentre il tempo è un'idea di una cosa. Dovendo scegliere tra una cosa e un'idea, quest'ultima è sempre da preferire, dico io” (Brodskij, Fuga da Bisanzio).
Meglio le idee, sì! Certo, non che siano sempre innocue, macché! Ma almeno così incorporee e voluttuose… Una cosa invece, una cosa -ahi lei- può anche stritolare per la sua terrea finitezza… La prigione, per esempio: “mancanza di spazio compensata da eccesso di tempo.” (Marmi). E che farsene mai di tutto quel Tempo, quando ognun sa che l’Eternità, se a breve scadenza, tende sempre a stingere nell’angoscioso.
Capita però che certo genere di Spazio sia assai simile al Tempo. Un caso per tutti: il giardino dei sentieri che si biforcano evocato da Ts’hui Pên: “una serie infinita di tempi, una maglia infinita di tempi, una rete crescente vertiginosa di tempi divergenti, convergenti e paralleli. […] trama che abbraccia tutte le possibilità” (Borges). Ogni possibilità, dunque: spazio illimitato, e perciò negato nella sua stessa immanente limitatezza. Spazio che forse è IL TEMPO? Ma allora ditelo che stiamo parlando di Dio! “Ho sempre aderito all'idea che Dio sia Tempo, o almeno che lo sia il suo spirito”, così Brodskij in Fondamenta degli Incurabili. Del resto, già i Salmi insegnano che Dio è rivestito proprio di luce? Materia, certo, ma la più pura: “pallido riflesso dell'immortalità del nulla” (Andrea Emo).
Il di Lui apparire nello spazio, l’epifania, quello squarciare improvviso il buio nostro di dannati, cosa sarà se non il segno spaziale del Suo linguaggio? Punto Linea Superficie? Lo Spazio, assenza pura, permette tutte le presenze: Luce: la “forma in cui l’assenza si trasforma in presenza, e che invece di competere con le altre cose, le mostra, le fa nascere” (M. Zambràno, I luoghi della pittura). |
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