"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 7 maggio 2004

 

"Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodsky


 

 


 

11.  Click! 

 

“...ma'assenza è la migliore medicina

contro l'oblio (spiegare dopo)..”

(Anna Achmatova) 

Fotografare Venezia? 

L’unica fotografia in Fondamenta è una vecchia foto della seconda guerra in Lituania. – La cosa non suona come un paradosso? Quasi l’autoritratto di Velasquez al centro buio de Las Meninas? 

Brodskij non fotografa Venezia, neppure con le parole, perché sa che fotografare, cancellando l'assenza, è una delle forme attuali dell’oblio:

 

“Il modo migliore per evitare un sovraccarico all’inconscio è scattare fotografie: la macchina fotografica fa, per così dire, da parafulmine. Sviluppate e stampate, facciate e prospettive estranee perdono la loro massiccia tridimensionalità, quell’aria che hanno di costituire un’alternativa alla nostra vita. Detto questo, non è pensabile continuare a scattare foto, mettendo a fuoco ogni cosa in cui ci s’imbatte – non fosse altro che per la necessità di tenersi stretti i bagagli, le borse dello shopping, il braccio del consorte o della consorte. E allora, con un sottile senso di vendetta, la tridimensionalità estranea invade i sensi innocenti e ignari nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, alle fermate d’autobus, nei taxi, nelle tranquille passeggiate serali da o verso il ristorante”  (Profilo di Clio).

 

Ma il click! ormai è in testa (“noi non ricordiamo un posto, ma la sua cartolina”, Ibidem), e non fotografare s’è fatto un esercizio spirituale da bonzo, da fenomenologo sopraffino: così, bisogna guardare bene una cosa “finché non è ancora una fotografia” (Ibidem).

Altrimenti, del resto, è l’angoscia:

 

“Per me non c’è niente di più angoscioso che pensare all’album di famiglia del giapponese medio: sorridenti e tracagnotti, lui/lei/tutt’e due davanti a un fondale costituito da tutto ciò che vi può essere di verticale al mondo – statue, fontane, cattedrali, torri, moschee, templi antichi, eccetera. Quasi trascurati, presumo, i Budddha e le pagode. Cogito ergo sum diventa Kodak ergo sum così come a suo tempo cogito trionfò su “io creo” (Fuga da Bisanzio).

 

(Brodskij era figlio di un fotografo. Rito alla fine forse odioso, a ogni compleanno il padre lo fotografava sul balcone di casa: alle spalle, vista sul Giardino d’Estate e su San Pataleimone).

 


 

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