“La
rivoluzione poetica di cui Donne fu l’antesignano, può così
riassumersi: alla natura egli contrappone il suo mondo geometrizzante
logica e l’astruseria, alla mitologia e alle veneri dello stile, le
immagini e i tropi desunti dall’espereienza cotidiana e dalle
cognizioni scientifiche. Al verso morbido e sonoro di moda sostituisce
un verso d’una musica aspra e virile, all’armonia un difficile
contrappunto. In questa sua poetica il Donne presenta affinità con
certi poeti francesi, Maurice Scève (c. 1510-64) e Jean de Sponde
(1557-95), a cui pure torna appropriata l’applicazione dei termini manierista
e metafisico.”
(M.
PRAZ, Storia della letteratura inglese)