"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 6 dicembre 2003

 

John Donne: otto poesie d'amore tradotte da Cristina Campo e Patrizia Valduga


 

 


1.  L'anniversario

A differenza di Invidia o Bramosia, dello Spleen o della Furia, l’amore è sospettoso di se stesso: inguaribilmente.

Su questo, le poesie di Donne aggiungono le proprie prove, splendide e superflue, al mucchio secolare. Da sempre l’amore - e solo lui! - teme insomma di non esistere mai abbastanza: malato di trasalimenti, geniale e paranoico, pregusta amaro le fini, allucina inflazionando la rovinosità dei fraintendimenti, le catastrofi caustiche della gelosia, lo sfarsi frigido dei giuramenti. 

Per questo l’amore ama gli anniversari: giorni-emblema che marcano il passaggio d’un giro di tempo, almeno quello ormai tutto suo (può almeno Dio cambiare ciò che nel tempo è accaduto, si chiesero assillanti tutt’e ventiquattromila filosofi del Medioevo?).

Farsi amico il tempo – chiarirà una volta per tutte Kierkegaard – è ciò che fa saltare l’amore dai capricci d’un dongiovanni all’ethos eterno dell’amore coniugale: e solo quell’amore è amore, scriveva drastico, poco tempo fa, Claudio Magris sul Corriere! – Nell’amore coniugale, l’amore che ha anniversari, il Tempo che tutto distruggeva scorrere i giorni perché l’amore li trapunti di piccole e grandi luci di costanza: l’essere è il tempo, e Monsier Heidegger, almeno per una volta, è così servito senza residui d’angoscia. 

Scritta per il primo anniversario di matrimonio tra Anne More e John Donne, L’Anniversario è nel senso sublime una poesia d’occasione. Come è dei supremi eleganti, Donne varia pochissimo – il vero virtuosismo – disposizione e calibratura delle sue figure e delle sue ossessioni. E quindi: Kings, graves, death, Princes, Soules, yesterday, tomorrow, never…


 

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