In
Inghilterra arrivò rapida la Riforma ma lento il Rinascimento:
Machiavelli, Castiglione e Aretino si lessero “verso la fine del
Cinquecento, come frutti fuori stagione. Le loro opere furon lette
perciò al di fuori del contesto rinascimentale, e interpretate
non come mature affermazioni di valore della personalità umana,
ma come violente ribellioni, in un’età di crisi della fede,
all’ordine tradizionale (l’ordine medievale) nel campo
politico, morale e sociale. Il Machiavelli e l’Aretino ebbero
segreti ammiratori nelle università inglesi: studiosi che
professavano pubblicamente di aborrirne le presunte eresie, ma che
di fatto proprio quelle apprezzavano. Gli scrittori italiani si
trovavano così nella paradossale situazione di essere ad un tempo
pubblicamente vilipesi e segretamente esaltati per idee e principi
che non erano i loro, ma che erano loro attribuiti dai lettori
inglesi e che erano il frutto del senso di insoddisfazione e di
incertezza di questi ultimi” (G. Melchiori, Introduzione
a J. DONNE, Poesie e Anatomia del mondo, Mondadori, p. XXXI).