"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5, ottobre  2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Per "Interviste impossibili"  di Giorgio Manganelli:


1. Dante

 


 

“e tue parole fier le nostre scorte.”

(DANTE, Purgatorio, XVI, 45)

Il più famoso, ça va sans dire, e il più professionale. Col vantaggio però di ogni pioniere, d’agire in una terra quasi vergine e in un tempo intonso. Dunque, non solo per il genio, irripetibile.

Ha intervistato più morti lui nella sua mistica decina di giorni che Biagi in tutta la vita. - Dante e il Morto di turno (un principe, un bulimico, una puttana, un killer, un pigro, un prete): ammirevole irripetibile compostezza, poiché entrambi sanno sempre bene come stia la faccenda: intanto chi è il Vivo e chi il Morto, e poi quanto tempo c’è per dirsi tutto, a chi spartire eventuali messaggi secondari: minatori, supplici, perfidi, assolutori… Dante trascrive, riporta, fatalmente fedele.

Tempo felice? I suoi morti sono sempre informatissimi: dei vivi sanno più dei vivi stessi: sono meglio di loro storici, cronisti, pettegoli, profeti, ed hanno più consigli da dare del Grillo Parlante (altro morto…) a Pinocchio. A un moderno potrebbero apparire appena impiccioni.

Non bastasse, sono vanesi, tenendoci moltissimo alla loro reputazione in questo battito di ciglia che è il nostro provvisorissimo Universo Mondo.

 

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