"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero Numero 4, aprile 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Per Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart:

 


 

 

34. Massimo Cacciari

 

 


 

Don Giovanni ha il volto della medusa. Di volta in volta fragilissime maschere hanno cercato di risparmiarcelo – e sempre quel volto le ha mandate in frantumi. Le retoriche intorno al libertino, al dissoluto, al burlador, al seduttore – via via fino a quelle più raffinate intorno al rapporto essenziale tra don Juan e l’ipocrisia del mondo (Stendhal) o tra mondo estetico e angoscia (Kierkegaard, Benjamin, ecc.) sono tutte un cantar di notte per cacciare la paura. Ancora oggi, l’unico canto che invece l’affronta è quello di Mozart. Qui si mostra, nella sua luce tragica più piena, un meridiano forse per noi inoltrepassabile. 1787: l’inizio dei Fiche e degli Hegel, dei Gentile e degli Heidegger, appare già come un compimento. L’essere non consiste che nel suo realizzarsi.

L’amore è “fare l’amore”. Non vi è amore che nel suo farsi. Impossibile ridurre l’amore a idea, a pensato, a cogitatum. Amore è pensare-in-atto, un pensare che è “co-agitare”, perenne “agitarsi”, da nessun oggetto, nessuna natura, nessuna idea trascendente mai imprigionabile. Filosofia della prassi, nel senso più originario e radicale.

Idealismo, attualismo e nichilismo colti all’origine, nella loro originaria coappartenenza. Arrestarsi a contemplare una donna, questa donna, sarebbe naturalismo, sarebbe dialettica della morte. L’amore non consiste che nell’atto in cui “mi faccio” quella donna. Non c’è altro modo di dirlo – educandi ed educande si accomodino altrove. Negazione radicale del platonismo e perfetta indicazione della linea su cui il nostro pensiero consiste, consapevole o no che lo sia. Questo il don Juan philosophus maxime.

(M. CACCIARI, Impotenza di un seduttore,  un numero di “L’Espresso”, di un po’ di anni fa, con articoli per il “Don Giovanni” di Muti e Strehler alla Scala).

 

 

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