"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3,  marzo 2003

  diari di lettura


 

 

 

K. all'inferno

 

di Augusto Benemeglio 

 

E' molto più facile scendere nell'inferno dantesco che in quello di K. 

La lunga escursione di Dante nell'Inferno - la sua personale “odissea” o “dantea” che da sola vale il biglietto d'ingresso di tutta la letteratura italiana - gli serve anche per “sistemare i conti in sospeso” con parecchi “nemici” oltreché mostrare la grandezza della poesia, e poesia d'amore in specie - che infatti resiste benissimamente a tutt'oggi. Il povero K, invece, che va all'inferno con il solo biglietto d'andata, senza Virgilio, né Beatrice che lo segue dall'alto, ci va perché - come afferma Milena - che un po’ meglio di noi lo conosceva - non ha scampo, né rifugi , né protezioni ( poteva Freud essere un suo protettore? Forse, ma a lui non interessava la psicanalisi , interessava “solo” la letteratura). K è incapace di furberie, incapace di mentire... di scendere a compromessi. E’, come persona, la perfetta antitesi dell’italiano medio rappresentato nei film di Sordi ( ma anche da quello che descrisse Guicciardini molti secoli prima che ci fosse lo Stato italiano) ed è per questo (forse) che per noi italioti è ancora più difficile comprenderlo... Con una forzatura banale, ma che forse rende l'idea, potrei dire che K è come Zeman (guarda caso , anche lui boemo) che nonostante... perda quasi tutte le partite continua con la sua tattica di gioco scriteriata, perché lui “sa” , lui “vede oltre” . E' un donchisciotte?, è un pazzo? E’ un fesso? Forse è tutto ciò, ma è anche - se vogliamo - un poeta.

 

 

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