"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal - Figure "I Luoghi"


Jean-Baptiste-Camille Corot, Villa Farnese

 

A Roma per la prima volta

 

Fu nel 1811. La città, circondata da un “territorio collinoso, insignificante”, non gli piace. Entra dalla porta del Popolo, che a suo vedere “non ha nulla di notevole”. Percorre la città quasi distrattamente, solo talvolta commosso alla vista delle antiche rovine, come il Colosseo o la cupola del Pantheon, che per lui furono costruiti apposta per suscitare emozioni e meraviglia. 

Nel 1817 annota in  "Roma, Napoli, Firenze":  

  

"I pedanti, che trovavano nella Roma moderna l’occasione di sfoggiare il loro latino, ci hanno persuaso che essa è bella: ecco il segreto della reputazione della Città Eterna... Regna per le strade di Roma un tanfo di cavoli marci. Attraverso le belle finestre dei palazzi del Corso si scorge la povertà degli interni".  

  

Roma è un insieme di splendide rovine e brutte costruzioni moderne: meglio se fosse stata abbandonata al deserto. I preti sono causa del suo declino, come  le superstizioni cristiane: qui lo spirito laico e anticlericale di Stendhal ha materia per sfogarsi! –  La colpa maggiore di Roma è di non assomigliare a Milano, di essere anzi il suo perfetto contrario, cominciando dal paesaggio circostante, privo di monti e di laghi superbi finendo con lo spirito del popolo, chiuso a ogni benefica novità

 

 

 

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