"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. Proviamo a segnalarne qualcuna

 

 

Per "L'Amore" di Stendhal:

 

8. Mérimée

 

 

Cometa del 1628

 

Mérimée, noto soprattutto per il racconto “Carmen”, sulla celebre donna fatale, archetipo seduttivo alla quale si ispirò Bizet, conobbe Stendhal nel 1822. Nonostante la differenza di età, circa vent’anni, strinse con lui un’amicizia calda e sincera, che dimostrò soprattutto nelle opere a lui dedicate: “HB”, scritta 8 anni dopo la sua morte, nel 1850, seguita, cinque anni più tardi, da Note e ricordi. Il periodo che segue la morte di Stendhal segna anche l’esaurimento del suo estro letterario: da qui in avanti non ebbe più il successo di una volta e, probabilmente, non si trattò di una banale coincidenza.

Negli anni in cui Stendhal era relegato a Civitavecchia, Mérimée gli faceva arrivare l’ eco dei salotti parigini, attraverso quelle famose “Lettere licenziose”, che ci suggeriscono quanto potessero essere fragorose le risate di Stendhal alla lettura dei pettegolezzi piccanti dell’amico. Queste missive sono molto spesso indecifrabili, piene di sigle, allusioni e abbreviazioni, su cui i soliti esegeti curiosi continuano a sbattere il capo, senza peraltro cavarci molto. E’ meglio così: che non si spezzi il cerchio di una complicità incondivisibile con altri. 

Le lettere di risposta di Stendhal non ci sono pervenute, perché distrutte nell’incendio dell’ultima casa di Mérimée a Lille, nel 1871, a un anno della sua morte. Tutte, tranne una di fondamentale importanza, quella del 23 dicembre 1826, che ci svela l’enigma del romanzo “Armance”, ovvero, l’inspiegabile comportamento del suo protagonista Octave: “Gli impotenti sono assai più numerosi di quanto non si creda”, scrive a Mérimée

Ecco un’altra faccia dell’amore: il fiasco del “babilan”, dell’impotente, la cui “immaginazione appassionata lo induceva a sopravvalutare la felicità di cui non poteva godere”. Octave, dopo molte peripezie, sposa la sua trepida e innocente Armance, ma si concede solo otto giorni di amara e dubbiosa felicità con lei. I suoi espedienti erotici, che Stendhal descrive all’amico in modo crudo se non cinico, non avrebbero potuto ingannarla oltre.

 

di M.M.M.

 

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