Dal
“Diario”: “Venezia, 25 gennaio 1831. -
Chateaubriand non saprebbe dire: Due e due fanno quattro,
togliete uno, resta tre; ma quando la voce pubblica gli dà
delle verità belle e trovate, lui gliele rende rivestite di un
colorito e d’una forza mirabili. La grandezza è spesso
guastata, sminuita dall’affettazione”.
Se
lo stile di Stendhal è troppo secco, è colpa di un eccesso di
reazione al verboso Chateaubriand.
Sempre
dal “Diario”, luglio 1831: “Ricevuto Le rouge et
le noir (…)Stile troppo scabro, troppo secco. L’autore
non pensa discorrendo che all’idea (…). L’orrore per le
lunghe frasi enfatiche della gente di spirito 1830 spinge
Dominique nello scabro, nel secco, nel disarmonico, nel duro”.
Dominique è uno dei suoi tanti pseudonimi.
Infine,
dopo la pubblicazione della “Certosa di Parma”, nel
1840, si ripromette ancora di correggersi, ma sempre
restando nello “stile semplice, il contrario della signora
George Sand, di Villemain, di Chateubriand…”
Taglierà
quindi una volta per tutte la testa al toro l’anno dopo,
quando scriverà a Roma, il 14 febbraio 1841, che “sono i
poveri di idee che hanno inventato lo stile”.