"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. Proviamo a segnalarne qualcuna

 

 

Per "L'Amore" di Stendhal:

 

 

7. Chateaubriand

 

 

E. Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton

 

Dal “Diario”: “Venezia, 25 gennaio 1831. - Chateaubriand non saprebbe dire: Due e due fanno quattro, togliete uno, resta tre; ma quando la voce pubblica gli dà delle verità belle e trovate, lui gliele rende rivestite di un colorito e d’una forza mirabili. La grandezza è spesso guastata, sminuita dall’affettazione”.

Se lo stile di Stendhal è troppo secco, è colpa di un eccesso di reazione al verboso Chateaubriand.

Sempre dal “Diario”, luglio 1831: “Ricevuto Le rouge et le noir (…)Stile troppo scabro, troppo secco. L’autore non pensa discorrendo che all’idea (…). L’orrore per le lunghe frasi enfatiche della gente di spirito 1830 spinge Dominique nello scabro, nel secco, nel disarmonico, nel duro”. Dominique è uno dei suoi tanti pseudonimi.

Infine, dopo la pubblicazione della “Certosa di Parma”, nel 1840, si ripromette ancora di correggersi, ma sempre restando nello “stile semplice, il contrario della signora George Sand, di Villemain, di Chateubriand…”

Taglierà quindi una volta per tutte la testa al toro l’anno dopo, quando scriverà a Roma, il 14 febbraio 1841, che “sono i poveri di idee che hanno inventato lo stile”.

 

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