"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal"

Meglio essere un Goethe che un Werther


Manoscritto del I Capitolo di "De l'Amour"

“Se non posso dimenticarla, non farei meglio ad uccidermi?” - 

così nei “Ricordi d’egotismo”. 

E invece no.  

Respinto da Matilde, invece di spararsi un colpo il testa, Stendhal scrive "De l’Amour”

Il 29 dicembre 1819 è il “day of the genius”, il giorno in cui nasce l’idea del trattato, scritto di getto  nell’inverno tra il 1819 e il 1820: è un libro per un solo lettore, Matilde, che forse non lo lesse mai. 

A come Stendhal racconta che scrisse il "De l’Amour” – scrittura di getto su qualunque pezzo di carta, nelle brevi lucidità concesse dalla trance di un disperato d’amore – fa le bucce il biografo Crouzet: “Stendhal ha sostenuto con compiacimento la leggenda di un libro fatto di annotazioni scritte a matita, nel corso di conversazioni, sui programmi della Scala, su carte da gioco, insomma di un ‘non libro’. Niente affatto: è un libro metodicamente composto e scomposto, ricco di prestiti, alcuni dei quali da se stesso…” 

Matilde morì pochi anni dopo, il primo maggio 1825, a trentacinque anni. Sulla sua copia di De l’Amour Stendhal scrisse “Death of the author”.  

Da allora, fu un fantasma perenne, malinconico, blandamente ossessivo.

 

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