“Se
non posso dimenticarla, non farei meglio ad uccidermi?” -
così
nei “Ricordi d’egotismo”.
E
invece no.
Respinto
da Matilde, invece di spararsi un colpo il testa, Stendhal scrive "De
l’Amour”.
Il
29 dicembre 1819 è il “day
of the genius”,
il giorno in cui nasce l’idea del trattato, scritto di getto
nell’inverno tra il 1819 e il 1820: è un libro per un solo
lettore, Matilde, che forse non lo lesse mai.
A
come Stendhal racconta che scrisse il
"De
l’Amour” –
scrittura di getto su qualunque pezzo di carta, nelle brevi lucidità
concesse dalla trance di un disperato d’amore – fa le bucce il
biografo Crouzet: “Stendhal ha sostenuto con compiacimento la
leggenda di un libro fatto di annotazioni scritte a matita, nel
corso di conversazioni, sui programmi della Scala, su carte da
gioco, insomma di un ‘non libro’. Niente affatto: è un libro
metodicamente composto e scomposto, ricco di prestiti, alcuni dei
quali da se stesso…”
Matilde
morì pochi anni dopo, il primo maggio 1825, a trentacinque anni.
Sulla sua copia di De l’Amour Stendhal scrisse “Death
of the author”.
Da
allora, fu un fantasma perenne, malinconico, blandamente ossessivo.