Senza
data
Marlene mi racconta che diversi suoi
amici la chiamano per lamentarsi dei loro mali. Alcuni hanno novant’anni
passati. Nello stesso giorno, tre di loro le parlano di Gesù e dei
benefici della fede. Lei reagisce con virulenza:
- La religione è aspirina, no? Dopo
la morte c’è il nulla e nient’altro. Ho torto?
Mi piace Marlene che, malata, non
ammette nessuna pietà, nessuna commozione, nessuna concessione. Come
non mai legge un numero incalcolabile di giornali:
The Times, The Daily Telegraph, The New
Yorker, The New York Times, Le Figaro, France-Soir, Die Welt, Die Zeit,
senza contare i fogliacei tedeschi come
Der Stern. E’ al corrente dell’essenziale e
dell’irrisorio. Viene a sapere che la Regina di Inghilterra si è
recata a Berlino per il 750° anniversario della città e le telefona
per ringraziarla calorosamente. Trovando che il tennista
Boris Becker ha abitudini da nazista,
secondo la sua espressione, manda un telegramma al suo avversario,
l’americano Jimmi Connors. Quest’ultimo
perde la partita e lei esclama:
- Ah! Eppure, ho gettato il
malocchio su Becker!
(A.
Bosquet, Marlene Dietrich. Un amore per telefono, il poligrafo
1992)