"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 11, settembre 2005

 


              Marlene Dietrich: parole per la Musa

 

 

 

11.  Kafka

 

 

 


Senza data

Marlene mi dice:

- Mi chiedono di rispondere ad alcune domande, in America, per una rivista. Ce nìè una di pertinente: “Perché ama tanto gli ebrei?”. Rispondere che ho amato Erich-Maria Remarque e che ho venerato Joseph von Sternberg non basta. Hanno bisogno di ragioni più alte o più nobili. Ho aggiunto che ammiro Freud. Detto fra noi, Freud era un tipo malsano, non trova? Ho parlato anche di Einstein, confessando che ci ho messo molti anni per capirlo. In realtà, non l’ho mai capito. Non avrebbe un altro nome, forse più moderno? - Sì, Marlene, ce n’è un sacco: Chagall, Bergson, e il suo amico Charlie Chaplin. Trotskij, se vuole.

- Cosa? Chaplin, quel tipo disgustoso: mai!

- Marlene, bisogna assolutamente che metta Kafka nella sua lista.

- Sì, sì.

Segue un silenzio imbarazzato. Marlene finisce col dire:

- Bisogna che lo legga, quello?

Le spiego che mi sembra indispensabile. Lei si riprende:

- Non ricordo tutte le letture che ho fatto.

- Marlene, Kafka è indimenticabile.

 (A. Bosquet, Marlene Dietrich. Un amore per telefono, il poligrafo 1992)

 


  torna a 

 

        torna su