Senza
data
Marlene mi dice:
- Mi chiedono di rispondere ad
alcune domande, in America, per una rivista. Ce nìè una di
pertinente: “Perché ama tanto gli ebrei?”. Rispondere che ho amato
Erich-Maria Remarque e che ho
venerato Joseph von Sternberg
non basta. Hanno bisogno di ragioni più alte o più nobili. Ho
aggiunto che ammiro Freud. Detto
fra noi, Freud era un tipo malsano, non trova? Ho parlato anche di
Einstein, confessando che ci ho
messo molti anni per capirlo. In realtà, non l’ho mai capito. Non
avrebbe un altro nome, forse più moderno? - Sì, Marlene, ce n’è un
sacco: Chagall,
Bergson, e il suo amico
Charlie Chaplin.
Trotskij, se vuole.
- Cosa? Chaplin, quel tipo
disgustoso: mai!
- Marlene, bisogna assolutamente
che metta Kafka nella sua lista.
- Sì, sì.
Segue un silenzio imbarazzato.
Marlene finisce col dire:
- Bisogna che lo legga, quello?
Le spiego che mi sembra
indispensabile. Lei si riprende:
- Non ricordo tutte le letture che
ho fatto.
- Marlene, Kafka è
indimenticabile.