"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 11, settembre 2005

 


                Marlene Dietrich: parole per la Musa

 

 

 

        1.  Una bambina 

 

 

 


“Tutti dicevano che ero troppo piccola per andare a scuola. La mattina presto d’inverno, strizzavo gli occhi, e le mie piccole lacrime trasformavano i pallidi riverberi delle strade in lunghi fasci scintillanti di luce. Ogni mattina giocavo a questo gioco, e il pianto sgorgava con facilità. In realtà non sarebbe stato necessario piangere: il vento e il freddo erano più che sufficienti. Conoscevo tutte le saracinesche chiuse di tutti i negozi, tutte le pietre sporgenti su cui saltare (a piede zoppo, talloni uniti e gambe incrociate) o scivolare, se di notte aveva nevicato. Altrettanto familiari erano per me le mie emozioni: la certezza di aver perduto la mia preziosa libertà, la paura degli insegnanti e delle punizioni, la paura della solitudine…”

(M. DIETRICH, Marlene D)

 


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