Su: La finestrea sul cortile
“…Per
esempio: la brezza che smuove l’aria stagnante del cortile e
delle rimuginazioni del fotografo viene da Park Avenue, con il
passo di Grace Kelly. E’ lei, con le sue strepitose mises,
conle sue battute molto più appuntite di quelle del maschio
obbligatoriamente spiritoso, a spargere spezie nel film.
Attraverso di lei Hitchcock, stratega dell’immagine, sembra far
convergere tutto verso un’epifania, che è anche un talismano.
Osserviamo: all’inizio del film il fotografo, pedante e burbero
come spesso gli uomini d’azione, spiega a Grace Kelly che lui va
in giro per il mondo, sfiorando pericoli e disagi, con una
minuscola valigetta. Come dire: “Non è roba per te, fatua
femmina di Park Avenue”. Al momento, Grace Kelly tace e incassa.
Ma il giorno dopo, quando già sale la tensione per il supposto
assassinio, apparirà con una valigetta nera, di somma eleganza,
dove ha racchiuso il suo nécessaire per una notte con il
fidanzato ritroso. E, dinanzi all’attonito James Stewart, dirà
le due battute che siglano il film. “Un po’ di intuito femminile
in cambio di un letto improvvisato” (è il baratto che risolve
aforisticamente tutte le difficoltà sentimentali che opprimono
il povero fotografo). E infine, sempre a proposito della
valigetta: “Vedi, è più piccola della tua” (con deliziosa
insinuazione sessuale). L’epifania si ha quando quella minuscola
cassetta nera si apre con un suono secco e il suo geometrico
nitore si scioglie nella nube rosata della camicia da notte che
appare (insieme alle pantofole e al minuscolo specchio, ricordo
vedantico). Quella luce si irradia su tutto il film.”
(R. Calasso, La follia
che viene dalle Ninfe, Adelphi 2005)