"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 11, settembre 2005                                       


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Marlene Dietrich: i nomi per la Musa

 


 

 

14. Manganelli 

 

 

 

 


 

O Roma, o Cinema

Per anni ho ignorato il cinema: non era una scelta né estetica né morale; la lentezza dei miei archivi aveva escluso l’esistenza del cinema. Una volta andai al cinema a Campobasso: ne rammento ancora l’emozione e le immagini esotiche e avventurose, a colori. Campobasso è adatta per andare al cinema. Potrebbe costituire un centro di rieducazione per adulti alla fruizione del cinema. Sono stato al cinema anche all’Aquila, meno interessante; poi, una volta, a Milano. Forse fu a Milano che il cinema entrò definitivamente nella mia vita. Ero nonno, sono le follie della Decadenza. Per duemila lire, donne meravigliose dal cognome amerindio e la parlata poco poco sul romanesco; morbidi giochi di gomiti ben oleati; gentiluomini con fiore all’occhiello; snelli, seducenti gaglioffi pagati per uccidere: questa è vita, nonnetto.

(...)

Roma contiene innumerevoli sale cinematografiche. (...) Fuori c’è il barocco, la porchetta, il Colosseo, ci sono i bei negozi, uomini e donne pieni come fischi di anima immortale; ci sono le rovine dell’età repubblicana, le edicole con tutte le brutte notizie del mondo - “sterminata in Alaska una famiglia con otto bambini balbuzienti” , “nonno goloso divora il nipotino senza togliergli le scarpe” , “ucciso da un rasoio elettrico, da un frigorifero, da una lametta per le unghie, da un asciugacapelli, da uno scaldabagno, da un apriscatole, da una forcina, da un lampadario”  eccetera. Non vuoi vedere San Marcello, i bei Caravaggio di Santa Maria del Popolo? No, non vogliono, non voglio. Mi serve quella tana buia, irresponsabile, che per qualche soldo mi porta nel Kansas City, mi offre un omicidio non pericoloso, un grande amore, un aereo che casca con sopra tanti cattivi, di quelli che sono peggio di noi, perché perdono le guerre. Il nonno è imparzialmente goloso di teneri sguardi e di canaglie fulminate. Curiosamente, se gli capita di vedere Roma, si sente all’estero, e gli viene una sordida nostalgia di Roma, che ritroverà, rancoroso, appena uscito dalla sala.

Non so che siano per gli altri i cinema;  per me, sono i bordelli delle pupille. Le pupille vanno al casino: ma non sono lascive, hanno gola di cose vili, stolte, brutali. Hanno bisogno che siano false, eccitanti preseingiro. Droghe leggere. Due ore di non Roma.” 

 (G. Manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere, Adelphi 2003)

 

 

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