"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 10, maggio 2005

 


Degas Danza Disegno di Paul Valéry

 

 

5.  Labirinti per happy few

 

 

 


Io sono invece del parere che un'opera poetica tanto più è incommensurabile e tanto meno è accessibile all'intelletto, tanto meglio è.  (ECKERMANN, Colloqui con Goethe)

 

Un fuggiasco non si nasconde in un labirinto. Non innalza un labirinto cremisi che i marinai avvistano da lontano. Non ha bisogno di erigere un labirinto, perché l'universo già lo è. 

(J. L. BORGES, Abenjacàn il Bojari, ucciso nel suo labirinto, in: Aleph)

 

 

Lenigma lieve della poesia è il più drastico dei buttafuori. Nessuna democrazia: il lettore che non merita viene scaricato fuori invariabilmente, di solito in malo modo e senza uno straccio di spiegazione (la cosa a cui più agognerebbe), giù nel brago delle sue pretese di comprensione all’altezza  del  suo linguaggio precotto. - Quelli che restano saranno la piccioletta barca” che supera il secondo micidiale canto del Paradiso di Dante, o, come riprende Valéry direttamente da Stendhal, gli happy few!

 

Ogni testo poetico, va da sé, è un labirinto. 

Ma proprio il labirinto, come raccontava bene Borges, è più una sfida e un richiamo che il luogo di un vero nascondimento: per la sua eclatanza, il labirinto richiamerà alla sfida i più intraprendenti e, fra i tanti che vi si cimenteranno, farà finalmente emergere violatori degni e non occasionali.

Lo stesso per la poesia, dove l’ammirazione dei pochi è sempre ben più preziosa e difficile da guadagnarsi di quella di tutti gli altri.

 

 

Poiché, del resto, lentelechia del labirinto non esiste, essendo cioè il labirinto stesso un cantiere mai concluso, la reggia infinibile di un re altero e dispendioso, man mano che la sua costruzione procede, potrebbe accadere che l’artista giunga ad essere solo nella percezione del grado di perfezione raggiunta: a ritrovarsi - come Degas - depositario e martire del perfetto” (Varietà)...

 

Ma la preoccupazione del raro esige tutta una vita; e il rifiuto ostinato di tutti i vantaggi della facilità, di tutti gli effetti fondati sulle debolezze del lettore, sulla sua fretta, leggerezza, ingenuità, può condurre insensibilmente a diventare inaccessibile. Colui che si situa a un livello eccessivo e arduo nei riguardi di se stesso, corre il pericolo di esserlo per il pubblico (Varietà). 

 

Si racconta che Benedetti Michelangeli, inquietante pianista neoclassico, sentisse imperfezioni nellaccordatura d'un pianoforte inaccessibili a qualsiasi altro orecchio al mondo.  - Una volta, il direttore d'orchestra Riccardo Muti usò questa similitudine: da lontano, un saltatore che supera unasticella posta a sei metri e un centimetro sembrerà che faccia lo stesso salto che se l’asticella fosse posta a sei metri, ma lui sente la differenza...


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