“La storia delle
Lettere e quella delle Arti non sono
meno stupide della storia generale. Tale stupidità consiste in
una strana assenza di curiosità da parte degli autori, che si direbbero
privi della facoltà di farsi domande, anche semplicissime. Poco
s’indaga, a esempio, sulla natura e importanza delle relazioni che a
una data epoca i giovani intrattengono coi vecchi. L’ammirazione,
l’invidia, l’incomprensione, gli incontri, i precetti e procedimenti
tramandati, sdegnati; i giudizi reciproci, le negazioni che si
rispondono, i dispregi, i ritorni... Tutto questo, che sarebbe uno dei
più vivi aspetti della Commedia dello Spirito, ben varrebbe che non
fosse passato sotto silenzio. In nessuna storia della letteratura è detto che certi segreti dell’arte dei versi si sono tramandati dalla
fine del sedicesimo secolo fino alla fine del diciannovesimo, e che è
agevole distinguere, tra i poeti di questo periodo, quelli che hanno
seguito da quelli che hanno ignorato tali insegnamenti. E che cosa di più
interessante delle opinioni reciproche a cui accennavo?”
(P.
Valéry, Degas Danza Disegno)