"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 10 maggio 2005
Degas Danza Disegno di Paul Valéry |
6. Caso & Caos
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Anche Stile e Perfezione potrebbero benissimo essere appena un feticcio per uomini privi di estro ma tignosi. Il giovane Borges già scrisse su questo l’essenziale: “la vanità dello stile si gonfia in una vanità ancora più patetica, quella della perfezione”. Con risultati di micidiale vanagloria: “ogni stile scrupoloso trasmette ai lettori una buona dose del fastidio con cui è stato elaborato” (J. L. BORGES; Discussione). - Possibile che qui pensasse proprio a Valéry?
Nato in una delle tante periferie di quella “sineddoche dell’Europa” che era Parigi, Borges di Valéry, “eroe della lucidità organizzatrice” (Ib.), aveva subito l’attrazione: il fascino per un’eleganza un po’ blasé, uno snobismo ermetico, virtuosistico e sterile, riuscendo poi a non accontentarsene, e ad andare oltre: fino a preferire Stevenson.
Ma quel Valéry, il poeta alessandrino e cerebrale, forse è - rispetto al nostro - appena una versione mitica, un’ingiustizia della gloria, una superstizione su un autore piuttosto che l’autore stesso.
Di una possibile Critica della Ragion Perfetta, proprio in Degas Danza Disegno trovi ottimi possibili lacerti:
Bello, forse, soprattutto quel “forse” - ma, se poi quel lavorare contro se stessi dà il segno dell’uomo virtuoso, questo sarà anche segno del “miglior fabbro”?
Francis Bacon, pittore superbo e sarcastico, e giocatore d’azzardo irredimibile, raccontava sempre che i suoi migliori colpi di genio li doveva al caso. - Leonardo, che contemplava i mulinelli d’acqua nei torrenti e le pieghe d’uno straccio poggiato a caso su un muro di malta grossa, avrebbe quanto meno ben ponderato questa sfrontatezza da giocatore di poker. |
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