"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 10 maggio 2005
Degas Danza Disegno di Paul Valéry
4. Scrivo, segno
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Altro che ars meccanica, come si postulò nel medioevo amante di discipline astratte e verbali! Già Goethe, che infatti disegnava, ribaltava la gerarchia: “…e, prossimo ormai al suo ultimo giorno, confida ancora a Eckermann che nessun discorso vale un disegno, fosse pure tracciato a caso dalla mano. [Goethe] E’ un poeta che svaluta le parole” (Varietà). Dunque:
Certo: perché avere a che fare con la pura fenomenologia delle cose e della loro percezione è filosofia e mistica… - La stessa operazione di recupero dell’integrità di quegli strumenti in verità misteriosissimi della nostra comune comunicazione che sono le parole, la farà lo scrittore. – Che i vasi comunicanti siano del tutto aperti, qui è persino scontato: “Come uno scrittore che vuole raggiungere la precisione ultima della sua forma moltiplica gli abbozzi, cancella, va avanti a riprese, e non si dà tregua se non abbia toccato allo stato postumo della pagina, tale è Degas: egli riprende all’infinito il disegno, l’approfondisce, lo stringe, lo chiude, di foglio in foglio, di calco in calco” (Ib.)
A sua volta, Valéry che scrive di Degas è come un uomo che disegna. - Ironia e consapevolezza: mentre Degas è come un vero scrittore, perché anche lui si tormenta nell’infinito delle varianti, Valéry si sente come un uomo che disegna al bordo di una pagina perché è vago e ozioso. – Questo proprio nel bellissimo inizio dell’aureo libretto: “Come accade che un lettore un po’ distratto muova la matita sui margini d’un libro e generi, a capriccio della punta e dell’assenza, piccole figure o vaghe ramificazioni di contro alle masse leggibili, nello stesso modo farò io, guidato dall’estro, tutt’intorno a questi studi di Edgar Degas” (Ib.). |
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