“Poe,
et je dois m’en taire, car je me le suis promis,
est
le seul écrivain - sans aucun péché.”
(P.
Valéry, lettera a A. Gide, 13 giugno 1892)
“Intanto,
sotto un altro cielo, in mezzo a un popolo interamente dedito al
proprio sviluppo materiale, ancora indifferente al passato, e
intento a pianificare il proprio avvenire e a concedere la più
ampia libertà alle esperienze più diverse, un uomo,
all’incirca nella medesima epoca, stava meditando sulle cose
dello spirito – fra le quali la produzione letteraria – con
una chiarezza, un’acutezza e una lucidità mai riscontrate, a un
livello così alto, in un cervello dotato d’invenzione poetica.
Mai, sino a Edgar Poe, il
problema della letteratura era stato esaminato nelle sue premesse,
ridotto a un problema di psicologia, affrontato con gli strumenti
d’un’analisi ove la logica e la meccanica degli effetti erano
deliberatamente impiegate. Per la prima volta, i rapporti fra
l’opera e il lettore venivano messi in chiaro e posti come i
fondamenti positivi dell’arte. Tale analisi – ed è questa una
circostanza che ce ne garantisce il valore – si applica e può
essere verificata con altrettanta precisione in tutti i campi
della produzione letteraria. Le medesime osservazioni, le medesime
distinzioni, i medesimi rilievi quantitativi, le medesime idee
direttrici, si adattano indifferentemente alle opere destinate ad
agire in forma violenta e brutale sulla sensibilità, a
conquistare il pubblico avido di emozioni forti o di avventure
bizzarre, e reggono del pari i generi più raffinati e
l’organismo delicato delle creature del poeta.”
(...)
“Un
uomo così grande sarebbe però oggi del tutto dimenticato se Baudelaire
non si fosse adoperato per introdurlo nella letteratura
europea.
(…)
…Baudelaire
e Edgar Poe si scambiano reciprocamente dei valori.
Ognuno di loro dà all’altro ciò che ha; ricevendone
in cambio ciò che non ha. Il secondo consegna al primo un sistema
completo di idee nuove e profonde. Lo illumina, lo feconda,
determina le sue opinioni su un’infinità di argomenti:
filosofia della composizione, teoria dell’artificiale,
comprensione e condanna del moderno, importanza dell’eccezionale
e di u certo tipo di stranezza, attitudine aristocratica,
misticismo, gusto per l’eleganza e la precisione, politica
addirittura… Baudelaire ne è impregnato, ispirato, scosso nella
sua totalità.
In cambio di questi beni, Baudelaire procura al
pensiero di Poe un’estensione infinita. Lo propone al futuro.
Questa estensione , che muta il poeta in se stesso, secondo il
grande verso di Mallarmé (*), viene aperta, e garantita al fantasmo del misero
Poe, dal gesto, dalla traduzione, dalle prefazioni di
Baudelaire.”
(P. Valéry, Varietà)
(*) Il verso di Mallarmé dice; Tel qu’en
Lui-même enfin l’éternité le change… - E’ il
primo del sonetto Le Tombeau d’Edgar Poe.