‘Ricevendo
la notizia della morte di Ruskin non ho potuto evitare di pensare
tanto vivamente a lei da doverle quindi scrivere...
Ma
quando ho appreso la morte di Ruskin io ho voluto esprimere a lei
piuttosto che ad altri la mia tristezza, tristezza sana e quindi
piena di consolazione perché io sento quanto sia viva con forza
questa morte, quanto io lo ammiri, l’ascolti, cerchi di
comprenderlo e di obbedirgli piu’ che a molti viventi. ...’
(Lettera
di M. Proust a Marie Nordlinger, c.a 21 gennaio 1900)
Nel
rivolgersi di Ruskin a Turner,
è la sete di bellezza e di gaudio estetico che
tracimano e da questo nascerà un’amicizia, prima
epistolare e poi più intima (il primo incontro fu il 22 giugno
1840, sulle colline del Surrey a casa di Thomas Griffith e un Ruskin
emozionatissimo descrive la prima impressione ch’ebbe di Turner
nel suo diario – Works 35.304-305’)
fino alla morte del pittore nel 1851.
Al
devoto Ruskin dunque il privilegio di frequentare Turner fino alla
morte e di catalogare la grande quantità di dipinti, disegni e
acquerelli. E se tre anni dopo l’uscita del Manifesto Futurista,
un Marinetti irriverente, in una
lecture a Londra, stroncò, stroncò tutto quanto di
didascalico volgea ancor lo sguardo al passato tuonando con una
frase così: “Quando, allora vi sgraverete dell’ideologia
linfatica del vostro deplorevole Ruskin?’, alla morte del critico
inglese, nel 1900, ci fu un giovane francese di nome Marcel
Proust che ne fu particolarmente addolorato e che
scrisse, in quello stesso anno, un saggio su di lui in cui affermava
come il critico l’avesse aiutato a ritrovare linfa in un lago
disseccato e avesse diretto i suoi passi verso l’arte.
Alla
fine del saggio, Proust chiuse con le stesse parole che Ruskin
scrisse per Turner. : ‘E’ attraverso questi occhi, ora chiusi
per sempre nella tomba, che le generazioni non ancora nate
guarderanno la natura.’. Proust, che non conosceva l’inglese, si
impegnò con cura rara a tradurre The
Bible of Amiens nel 1904 e Sesame
and Lilies nel 1906 di J.Ruskin per tramite anche
della madre e della scultrice Mary
Nordlinger, cugina del grande musicista e amico Reynaldo
Hahn.
Sono
così silenziose queste sequele artistiche, come se la mano di uno
stringesse forte quella dell’altro che verrà lasciata alla morte
per ritrovarsi ad afferrarne un’altra e così a
non finire d’errare, mai soli,
in cerca dei luoghi della bellezza come Ruskin fece con
Turner e Proust con Ruskin e
Rilke con Cezanne, Strindberg con Munch e...