"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 10, maggio 2005                           


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Degas Danza Disegno di Paul Valéry

 


 

 

10. Ruskin & Proust (e Turner)

 

 

     

 

 


 

‘Ricevendo la notizia della morte di Ruskin non ho potuto evitare di pensare tanto vivamente a lei da doverle quindi scrivere...

Ma quando ho appreso la morte di Ruskin io ho voluto esprimere a lei piuttosto che ad altri la mia tristezza, tristezza sana e quindi piena di consolazione perché io sento quanto sia viva con forza questa morte, quanto io lo ammiri, l’ascolti, cerchi di comprenderlo e di obbedirgli piu’ che a molti viventi. ...’

(Lettera di M. Proust a Marie Nordlinger, c.a 21 gennaio 1900)

Nel rivolgersi di Ruskin a Turner, è la sete di bellezza e di gaudio estetico che  tracimano e da questo nascerà un’amicizia, prima epistolare e poi più intima (il primo incontro fu il 22 giugno 1840, sulle colline del Surrey a casa di Thomas Griffith e un Ruskin emozionatissimo descrive la prima impressione ch’ebbe di Turner nel suo diario – Works 35.304-305’)  fino alla morte del pittore nel 1851. 

Al devoto Ruskin dunque il privilegio di frequentare Turner fino alla morte e di catalogare la grande quantità di dipinti, disegni e acquerelli. E se tre anni dopo l’uscita del Manifesto Futurista, un Marinetti irriverente, in una lecture a Londra, stroncò, stroncò tutto quanto di didascalico volgea ancor lo sguardo al passato tuonando con una frase così: “Quando, allora vi sgraverete dell’ideologia linfatica del vostro deplorevole Ruskin?’, alla morte del critico inglese, nel 1900, ci fu un giovane francese di nome Marcel Proust che ne fu particolarmente addolorato e che scrisse, in quello stesso anno, un saggio su di lui in cui affermava come il critico l’avesse aiutato a ritrovare linfa in un lago disseccato e avesse diretto i suoi passi verso l’arte. 

Alla fine del saggio, Proust chiuse con le stesse parole che Ruskin scrisse per Turner. : ‘E’ attraverso questi occhi, ora chiusi per sempre nella tomba, che le generazioni non ancora nate guarderanno la natura.’. Proust, che non conosceva l’inglese, si impegnò con cura rara a tradurre The Bible of Amiens nel 1904 e Sesame and Lilies nel 1906 di J.Ruskin per tramite anche della madre e della scultrice Mary Nordlinger, cugina del grande musicista e amico Reynaldo Hahn. 

Sono così silenziose queste sequele artistiche, come se la mano di uno stringesse forte quella dell’altro che verrà lasciata alla morte per ritrovarsi ad afferrarne un’altra e così a  non finire d’errare, mai soli,  in cerca dei luoghi della bellezza come Ruskin fece con Turner e Proust con Ruskin  e Rilke con Cezanne, Strindberg con Munch e...


 

          torna a  

          

 

torna su