“...pura
attesa, eterno sospeso, minaccia di tutto ciò che
desidero
(...)
è là che un evento scoppia, a volte,
e mi crea.”
(P.
Valéry, Mattini)
Più
che svolacchiare tra i grattacieli, il ragno sa aspettare senza
distrazioni. Aracne, “cacciatrice” e “spia”, resta “attenta a
tutti gli imprevisti” (Varietà).
- Potrebbe infatti accadere che, come Francis
Bacon
diceva dei suoi, che i colpi di genio migliori siano puri frutti del
caso: lì l’artista
sarà un occhio di lince che riconosce e conserva... - come sapeva
già il grande pittore di incubi e mostri, risvegli e visioni, Johann
Heinrich Füssli, “in
arte molte cose belle nascono per caso, ma si conservano per scelta” (Aforismi
sull’arte).
Il
poeta-ragno, si tiene “apparentemente
addormentato nel centro immaginario della sua opera ancora increata per
meglio sorvegliare l’istante
decisivo della propria potenza, il quale reppresenta la sua preda” (Ib.):
Così
il poeta all’opera è un’attesa.
E’ un uomo che sta cambiando, - che
diviene sensibile a certi termini del proprio sviluppo: quelli
che ricompensano questa attesa con l’essere
conformi alla convenzione. (...) Il suo orecchio gli parla.
Aspettiamo
la parola inattesa - e che non può essere prevista, ma attesa. Siamo
i primi a sentirla.
Sentire?
Ma è parlare. Comprendiamo la cosa sentita solo se l'abbiamo
detta noi stessi in un altro contesto.
Parlare
è sentire.
(La
caccia magica)