"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 10, maggio 2005 

 


Degas Danza Disegno di Paul Valéry

 

15. Abbandoni forzati

 

 

 

 

 


“...l'infinito tu puoi 

respingere...” 

(P. VALÉRY, Disegno d'un serpente)

 

“Il lavoro infinito”  in cui può sprofondare l'Autore sarà allo stesso tempo “una sorta di etica della forma” e un “morbo”, la prova di “un gusto perverso per la ripresa indefinita”, che si compiace di mantenere le opere al loro “stadio reversibile” (Quaderni, vol. II). - “Agli occhi di questi appassionati d’inquietudine e di perfezione, un’opera non è mai compiuta, - parola che per loro non ha alcun senso, - ma abbandonata(Ib.)

Detta così, l’arte non sarà mai un’economia ma una religone dagli evidenti caratteri d’una mistica da stilita: “o voi mistici! - e anch’io a modo mio, che strano lavoro abbiamo imtrapreso! Fare e non fare, - non voler fissare un’opera materialmente circoscritta - ome fanno gli altri, cos che noi giudichiamo illusoria, ma infrangere senza posa la nostra definitezza, e sempre, ulteriormente, al lavoro, voi per Dio, e io per me stesso e per niente(Quaderni, vol. I). 

Come la preghiera, la scrittura è un’attesa, non un vero scrivere, ma “un prepararsi a scrivere in qualche impossibile giorno” (Ib.), senza neppure che la preparazione all’opera possa diventare - come per esempio in Proust - opera a sua volta: qui solo si persevera, per “una storia senza fine, un dramma senza catastrofe, ultimo atto”... qualcosa che potrà essere “o indefinitamente protratto o interrotto a caso(Quaderni, vol. II)


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